Da diversi anni, internet ha portato un’enorme evoluzione in ogni attività commerciale.
Il web è diventato un luogo maturo per fare business, di cui hanno giovato (e continueranno a farlo) piccole e medie imprese che grazie alla rete hanno nuova visibilità e oneri ridotti per l’attività di vendita grazie all’accorciamento della filiera di intermediazione tra domanda e offerta.
Fondamentalmente, quello che si è capito in corso d’opera è che i canali telematici e quelli “normali” non sono né antitetici né separati, ma pienamente complementari, in quanto il loro scopo è quello di arricchire di contenuti e di valore l’esperienza di acquisto dei consumatori.
Dal supermercato al telefonino ed oltre…
L’attenzione delle attività commerciali è sempre di più nei confronti dei consumatori, un’entità che grazie al web è molto cambiata in quanto, rispetto al passato, il cliente è meglio informato, sa scegliere ed è capace di condizionare e mettere in crisi il sistema di offerta con le proprie opinioni.
Su Internet si possono esprimere giudizi, conoscere i pareri altrui, compiere approfondimenti su diversi temi, comparare prezzi e verificare disponibilità immediata di un bene o servizio. I consumatori hanno raggiunto un livello di consapevolezza e competenza tali da affrontare gli acquisti con maggiore sicurezza e disinvoltura rispetto al passato – sia quando si compra in negozio che online.
Quindi accade, e accadrà sempre più spesso, che prima di recarsi nel punto vendita, i clienti si documentino sui prodotti da acquistare e si rivolgano ai venditori con un’idea molto precisa in testa o magari solo per verificare con mano se le informazioni raccolte sono esatte e se l’oggetto di loro interesse risponde alle aspettative.
Altre volte succede l’esatto opposto, dopo una visita presso uno show room, i potenziali clienti tornano a casa dal pc diventano utenti che approfondiscono le informazioni acquisite nel punto vendita e – magari alla ricerca di condizioni più vantaggiose, minori tempi di consegna, migliori servizi post-vendita ecc.
Tutto ciò è possibile grazie alla disponibilità di dispositivi mobili sempre connessi alla rete – non solo personal computer tradizionali. Quello che è cambiato negli ultimi tempi, infatti, non è soltanto la tendenza a fare la spesa per via telematica evitando così di recarsi al supermercato o in negozio, ma quella di integrare le due esperienze senza soluzione di continuità.
Un nuovo canale commerciale per le imprese
L’affiancamento dei canali online ed offline presenta ulteriori valenze e rende disponibili nuove opportunità. La geolocalizzazione, ad esempio, consente agli utenti dei dispositivi mobili di ricevere informazioni e suggerimenti per gli acquisti di tipo contestuale, ovvero in funzione della presenza nelle vicinanze di determinati punti vendita.
Non solo è più facile trovare un negozio o un articolo, ma questo stesso negozio può “richiamare verso di sé” un potenziale cliente, magari facendogli una proposta interessante o particolarmente conveniente.
In pratica, la circolazione in tempo reale di informazioni e l’automazione resa disponibile da speciali applicazioni capaci di conoscere dinamicamente le preferenze, i gusti e persino la localizzazione degli utenti nel mondo reale, offre inedite possibilità sia ai consumatori che alle imprese.
Quindi, quello che è successo in questi ultimi anni, soprattutto grazie a tablet e smartphone, è che la vendita al dettaglio online e quella tradizionale si sono reincontrate: l’e-commerce non ha sostituito il commercio presso i punti vendita fisici ma l’ha arricchito di nuovi stimoli ed incentivi.
L’ovvia conseguenza? Non essendoci più una vera distinzione tra commercio tradizionale ed elettronico, chi gestisce una catena di supermercati, o anche un semplice negozio, non può aspettare ancora molto prima di decidersi ad entrare nello spazio virtuale – pena la perdita di opportunità.
Integrazione e sinergia
I pionieri dell’e-commerce hanno dato un forte impulso al settore della logistica, dato che comprare online significa normalmente farsi recapitare a casa gli oggetti acquistati (con tutto quanto ne deriva in termini di tracciamento dei colli, orari preferenziali per la consegna, gestione dei resi, eventuali danni di trasporto, ecc.).
Cosa ha permesso a questo modello di avere un immediato successo? Il fatto che in rete si può trovare praticamente qualsiasi cosa (nuova o usata che sia) e la convenienza (ottenibile grazie al taglio degli intermediari) compensa abbondantemente le ulteriori spese di spedizione (e qualche rischio).
Tutto questo ha dato impulso non solo alla sicurezza informatica per garantire l’efficienza e la correttezza delle transazioni commerciali per via telematica, ma anche alla creazione di nuove forme di pagamento – flessibili, convenienti e garantite.
Il passo successivo? Naturalmente è stato – ancora una volta – quello di coinvolgere i punti vendita tradizionali. Le nuove modalità di pagamento, infatti, hanno ben presto fatto il loro ingresso nei negozi che, grazie alla loro diffusione sul territorio, spesso si prestano a funzionare anche come centro di raccolta e distribuzione dei colli spediti via corriere.
Gestione aziendale ed e-commerce
Se questo livello di integrazione funzionale ed operativa è già un successo in sé, la sinergia più importante e strategica nasce dalle informazioni – non solo quelle sui prodotti, ma anche sui consumatori e sulle transazioni commerciali.
Ogni azienda, dalle multinazionali alle PMI, gestisce i propri flussi produttivi grazie alla creazione ed elaborazione di grandi quantità di dati che riguardano entrate ed uscite, materie prime, fabbriche, magazzini, ordinativi, fatture, ecc.
Da tempo, questi importanti aspetti gestionali sono stati affrontati e risolti con successo grazie ad apposite applicazioni informatiche denominate ERP ma, a ben vedere, la realtà è più complessa della semplice contabilità.
Dei propri clienti, ad esempio, non basta soltanto conoscere le informazioni di tipo anagrafico e l’indirizzo a cui inviare le fatture: se un’impresa vuole migliorare la propria efficienza in senso proattivo, è molto utile saperne sempre di più sul proprio mercato.
Non si tratta solo di attività di marketing strategico e operativo, ma anche di fidelizzazione, di conoscenza di gusti e preferenze, di creazione di un rapporto discreto ma continuo con la propria audience attraverso il quale offrire suggerimenti, proporre nuovi prodotti e comunicare novità interessanti.
Il commercio elettronico, che per definizione è un tipo di rapporto informatizzato con gli utenti finali e che, altrettanto per definizione si basa sull’acquisizione e gestione delle informazioni, è in grado di contribuire alla creazione di quell’inestimabile patrimonio di “intelligence” sui clienti – effettivi e potenziali – di cui si parlava prima.
Il percorso? Semplice: l’e-commerce non è solo vendita al dettaglio online, ma è anche una metodologia strettamente legata al marketing multicanale, capace di raggiungere nuovi bacini di utenza grazie ai motori di ricerca ed ai Social Media, interessarli e “convertirli” verso il brand. Quando poi questi contatti diventano clienti, la cosa migliore è continuare a gestirli in un’ottica di interazione costante, in grado di mettere le informazioni raccolte sui propri acquirenti a disposizione dell’impresa nel suo insieme – non solo per ottimizzare le funzioni di vendita in sé e collegarli agli altri processi aziendali, ma anche per pianificare meglio la produzione o persino ispirare la creazione di nuovi prodotti.
E’ perciò più che evidente quanto sia importante collegare ERP ed e-commerce. In particolare SAP, attraverso la soluzione SAP Business One, concepita espressamente per le PMI, offre alle aziende gli strumenti tecnologici per integrare questi due aspetti basilari delle attività d’impresa.
A tale proposito, compilando il form presente sulla pagina potrete ottenere ulteriori informazioni.
Le normative
Visto che il futuro del commercio è definitivamente online, così come lo saranno sempre più aspetti della nostra vita, e dopo avere mostrato come la vendita al dettaglio tradizionale non sparirà ma sarà sempre più una combinazione di approcci tradizionali e innovativi, è giunto il momento di spiegare in modo un po’ più dettagliato cosa significa, per un’impresa, passare alla modalità e-commerce.
Il commercio elettronico, dal punto di vista normativo, rientra nella categoria della vendita a distanza (per corrispondenza, attraverso la televisione, il telefono, ecc.).
In Italia la vendita online è stata disciplinata a partire dal 1998 a seguito del Decreto Legislativo Bersani sul commercio (Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 114), che per primo ha introdotto il concetto giuridico di “commercio elettronico”.
Anche nel commercio elettronico, secondo il Ministero, devono essere distinte due diverse tipologie di attività: la vendita all’ingrosso e quella al dettaglio. Altra importante differenza è tra commercio elettronico Business to Consumer (B2C) e commercio elettronico Business to Business (B2B).
Il commercio business to consumer è la forma di commercio elettronico più nota e riguarda l’acquisto di beni e servizi da parte del consumatore finale. Il commercio business to business, invece, riguarda transazioni commerciali tra aziende, quindi non interessa il consumatore finale di beni e servizi.
Procedure di inizio attività
Per avviare un’attività di e-commerce sono necessari alcuni adempimenti che riguardano l’Agenzia delle Entrate (Partita IVA), la Camera di Commercio, il Comune e l’INPS.
La richiesta va fatta al Registro delle Imprese tramite il modello telematico denominato “ComUnica”(Comunicazione Unica di Impresa ); questa comunicazione, valida ai fini fiscali, previdenziali ed assicurativi, deve essere inoltrata (utilizzando la firma digitale) all’Ufficio del Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio di competenza; la stessa provvederà ad inoltrarla a sua volta agli altri Enti (Agenzia delle Entrate, INPS, INAIL).
La domanda deve essere accompagnata dalla SCIA – Segnalazione Certificata di Inizio Attività (contenente l’indicazione del settore merceologico scelto e l’attestazione dei requisiti posseduti) e presentata presso il SUAP (Sportello Unico Attività Produttive) del proprio Comune di residenza. Qualora non si riceva alcuna comunicazione negativa nel termine di trenta giorni, vige il principio del silenzio-assenso ed è possibile aprire il sito ai visitatori.
Altre informazioni utili
E’ consigliabile pianificare molto bene la progettazione del sito e non partire a caso, decidendo disegno, struttura e contenuti. Per questo occorre trovare un grafico esperto di Internet, un programmatore o un’azienda esperta nella costruzione di siti ed un provider con sufficiente esperienza. Si sottolinea comunque che esistono già dei software pronti che richiedono minime personalizzazioni sia per la costruzione di siti di commercio elettronico business to consumer che business to business; alcune offerte di tali software non prevedono l’acquisto del pacchetto ma il pagamento di piccole royalties in percentuale sulle vendite.
Altri elementi da tenere in considerazione nell’avvio di un’attività di commercio elettronico sono:
- Registrazione del dominio Internet aziendale ed utilizzo del sito
- Posizionamento del negozio online
- Politiche di marketing
- Sistemi di pagamento
- Privacy degli utenti
- Normative fiscali, dazi e tasse
- Certificati digitali per la sicurezza delle transazioni
Infine ricordiamo che, oltre alle Associazioni di Categoria, alcune Camere di Commercio locali organizzano corsi e seminari sulle più importanti novità in ambito comunitario.